Comune di Sant’Agnello
Turismo sostenibile
Nel comune di S. Agnello basta spostarsi leggermente dalle strade principali per trovare tracce di storia secolare. Un “trekking urbano” molto interessante parte dalla zona costiera della Marinella. Prima di partire è consigliabile affacciarsi da una delle terrazze più belle della Penisola dalla quale, dal versante est, verso Piano, si possono scorgere i resti romani di un’antica peschiera e di un ninfeo proprio sotto alla villa Niccolini ed all’hotel Corallo.
Dall’altro lato si nota la villa Siracusa, a strapiombo sul costone, proprietà borbonica e poi della principessa russa Korchacoff e numerose altre cavità lungo la riviera Massa e la zona della Marinella, anticamente usate per la costruzione e la partenza di barche e feluche della famiglia Aponte, antenati dell’attuale patron dell’MSC (compagnia di navigazione). Ma, nel muro di cinta della proprietà del Cocumella, antico monastero gesuita, sono presenti ancora tracce di reticolato romano che riportano la costruzione dell’opera a circa duemila anni fa. La risalita verso il centro procede attraversando via Cappuccini, la strada antica che collegava il convento con il centro storico di Angaro (Angri). Lungo questa strada esistono ancora molti muri di conci di tufo, estratti direttamente dalle cave della Marinella e delle zone limitrofe ed anche giardini con piante di arance e limoni ed edifici con strutture antiche. Nel rione Angri ritroviamo il più antico palazzo di S. Agnello, nascosto sotto un arco, che risale al 1400 (periodo Angioino) caratterizzato da un portale catalano e da due interessanti ornie alle finestre. Attraversata la piazza, dopo aver dato un occhiata al monumento ai caduti, costruito proprio dall’architetto Niccolini a copia di un suo capolavoro ancora esistente in Sudamerica, si salgono le scale verso S. Giuseppe per dirigersi verso la frazione di Maiano. Una interessante curiosità è l’attuale copertura in marmo della chiesa. Questa era tutta in tufo grigio ma, dopo una donazione da parte di un gruppo di ricchi ospiti stranieri della costiera come Crawford, Astor e la principessa Korchacoff, fu ricoperta di marmo di Trani destinati alla costruzione della villa di quest’ultima e mai terminata proprio a fianco della villa Siracusa, dove oggi c’è il palazzo del Parco dei Principi.
Attraversando queste antiche strade si possono scorgere e visitare le fornaci dei due produttori di mattoni ancora operanti in zona e dirigersi, poi, verso la torre degli Armieri, a Maiano. Percorrere queste antiche strade, come via Maiano, via Occulto, via Ferrella, cinte da alti muri di tufo e lastricate di pietra laviche è come entrare in una macchina del tempo. Si giunge facilmente ai colli di Fontanelle, anche attraversando le vie di S. Vito, e si ci rende conto che le direttrici scelte dai nostri antenati erano molto comode da percorrere con un peso sulle spalle o con un animale da traino. La zona alta dei colli è molto panoramica. I colli di Fontanelle detti “cuonti” (che era il nome dato alle pertiche degli “schiappari”, alte trappole usate per la cattura degli uccelli molto diffusa in questo posto di passaggio e di migrazione) ospitano una chiesa con una forma ed una posizione molto suggestiva. Questa fu’ costruita da una ricca famiglia di commercianti marittimi e, per questo, doveva essere vista da entrambi i golfi. Nella parte alta dei colli, adiacente alla strada, esiste ancora una fornace (calcara) che veniva utilizzata per la cottura e la trasformazione delle pietre in calce e che caratterizza l’intera zona detta, appunto, “ngopp ‘a Calcara”. Pochi metri dopo inizia uno dei più suggestivi sentieri della Penisola attualmente compreso in un progetto di escursionismo intercomunale che prende il nome di “Sentiero delle Sirenusse”. Si raggiunge facilmente la zona di Monticello (Malecoccola) dalla quale si apre un panorama che comprende tutto l’arco del Golfo di Salerno, da Punta Licosa a Capri. Lungo questo sentiero si incontrano interessanti piante appartenenti alla Macchia Mediterranea e molte coltivazioni di orti e di alberi da frutta intorno ad alcuni casali antichi. La traccia continua verso il paese di Torca attraversando anche una piccola parte del comune di Sorrento detta Chiavazzano. Giunti verso il paese si risale per via Salastra raggiungendo la pineta delle Tore e, dal limite Sud di quest’ultima, attraverso via S. Martino si ritorna al punto di partenza. La discesa è più comoda ma egualmente interessante dato che si incontrano i segni delle antiche coltivazione di olivi e di agrumi che, dal 1400 circa, hanno caratterizzato tutta la produzione della Penisola Sorrentina ed anche le strutture agricole fatte di alti muri di tufo costruiti a trincea nel piano di calpestio originale per collegare e difendere le varie proprietà.
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