Comune di Vico Equense

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Comune di Vico Equense

Storia e tradizioni

Rilievi verdeggianti e rupi baciate dal sole caratterizzano la città di Vico Equense, poco più di 20mila abitanti, il comune è collocato su un blocco tufaceo e calcareo, per un’altezza media di 90 metri sul livello del mare, che domina il tratto della Penisola sorrentina che va da Scrajo a Punta Scutolo. Un paese aperto a ventaglio, bagnato dal mare, circondato da colline verdeggianti e rupi assolate, il territorio di Vico Equense è il più esteso della penisola sorrentina, perché comprende, oltre la cittadina omonima, una serie di piccoli borghi su morbide alture fitte di agrumeti, viti, ed olivi: i Casali, sorti come estremo rifugio degli abitanti di queste zone, allorquando le scorrerie saracene avevano trasformato il mare in una fonte continua di pericoli e distruzioni.

“Equense” deriva dal termine latino “aequa” che significa “piana“, proprio ad indicare quest’aspetto.

“Vico”, invece, deriva da “vicus”, termine che per i romani significava un quartiere esteso al punto da avere una certa autonomia, un borgo. La zona era popolata ben prima che i romani arrivassero, sono state ritrovate numerose sepolture di popoli indigeni che vivevano a Vico millenni prima dell’ascesa di Roma. Tuttavia, la prima testimonianza dell’esistenza di Vico Equense la troviamo nel poema “Punica”, dell’autore latino Silio Italico. Nel parlare della morte di un tale Murrano, nella battaglia di Trasimeno, proveniente da “Aequana”, un’area vicino Sorrento.

Per i romani era un “vicus“, non una città vera e propria, ed in quanto tale dipendeva politicamente ed economicamente dalla vicina e florida Stabia. Il borgo venne, infatti, raso al suolo da Silla quando gli stabiesi si unirono, nell’89 a.C., ad una rivolta contro Roma. Rifiorita sotto l’impero di Augusto, Vico divenne una delle mete preferite dai nobili romani per trascorrere qualche giorno a contatto con la natura e con la mitezza che solo il mare può dare. Anche questa volta, però, i dissesti di Stabia pregiudicarono le sorti del vicus: l’eruzione del 79 d.C., quella che distrusse Pompei ed Ercolano, rase al suolo anche Stabia e Vico Equense si trovò ad essere terra di nessuno.

Il piccolo borgo affrontò senza la protezione di nessuno il crollo dell’Impero Romano e l’avvento dei barbari, superando persino i bui anni del medioevo e le continue incursioni dei pirati saraceni. I vicani iniziarono ad arroccarsi e creare piccole difese nel luogo in cui oggi sorge il borgo di Marina Equa, nucleo cardine del comune e sede della cattedrale principale, la chiesa della Santissima Annunziata. La situazione migliorò considerevolmente nel XIII sec., quando gli angioini arrivarono a Napoli. Carlo I d’Angiò divise Vico Equense da Sorrento, dando al borgo il titolo di Comune. Con questa nuova autonomia, la città fu munita di considerevoli mura difensive e fu eretto il Castello Giusso con lo scopo di difendere l’intera area da ulteriori soprusi ed invasioni.

Comune di Vico Equense
Via Gaetano Filangieri 98 – 80069 Vico Equense (NA)
Popolazione: 20.812 abitanti
Superficie: 29,38 km²

Numeri utili:

Centralino: 081 8019100

Sito istituzionale: www.comune.vicoequense.it
Pro Loco: 331 310 2009